giovedì 28 luglio 2011

Resoconto della ISOLANDO 2011

All’alba sono già sveglio come un grillo.


Tutta la settimana si sono succeduti temporali e piogge e anche le previsioni di Locarno Monti, localmente accreditate come le più attendibili, non davano grandi speranze nemmeno per questo domenica. È invece tutto è grigio grigio ma le nuvole sono alte e il lago è piatto come una tavola senza un alito di vento.





E allora vai!



Dopo poco arrivano le telefonate dei vari amici che mi chiedo la conferma della partenza prevista per le 9.30 e vengono rincuorati con una speranza, non di sole, ma almeno non di temporali.

E tutto infatti durante la giornata scorrerà perfettamente liscio: ad uno ad uno arriveranno i nuotatori, e alla fine saremo ben 13, in gran parte vecchie glorie di altre nuotate con qualcuno nuovo a queste avventure.




Poi arrivano le barche, per primo il bel burchiello di Ferruccio Bianco, accompagnato dall’inseparabile cagnolino, la lancetta condotta da Giorgio Zurlo, il motoscafo di Laura Recalcati, il mio canotto guidato da Erica Bellucci e infine la pilotina degli amici della Squadra Nautica della Questura capitanati dall’inossidabile Inconis, assistito da Martinelli e da un nuovo collega.

Intorno alle 9.30 ci siamo tutti e presenziano anche tre giornalisti della stampa locale incuriositi certamente dalla presenza fra i nuotatori di quattro belle signore coraggiose e vigorose, Erica, Silvia, Paola e mia moglie Violante.





L’acqua è molto più fredda della media prevedibile per luglio, ma la stagione è stata balorda e il lago in più è anche verde di alghe monocellulari da quasi un mese.

La partenza così si svolge un po’ di malavoglia al rallentatore e si capisce che non è così facile buttarsi nell’acqua fredda ma nessuno si tira indietro e alla fine tutti partono.





Gli uomini puntano a girare intorno all’isolino S. Giovanni mentre le signore prendono la rotta diretta verso l’isola Madre.

E da quel momento per ognuno comincia la sua avventura: è difficile da percepire per chi non ha vissuto una nuotata come queste, ma ognuno di noi di fatto è quasi solo e non vede il compagno se non quando si vede obbligato a alzare la testa sopra l’acqua per controllare la direzione.

I ciclisti, i corridori, i maratoneti, quasi tutti gli atleti si vedono e si controllano di continuo e invece i nuotatori sono quasi soli.



È vero però che le nostre non sono competizioni ma pure passeggiate, e in queste traversate abbastanza lunghe che durano almeno un paio di ore mi passano per la mente tanti pensieri.





Il primo è sempre lo stesso: ma chi me lo ha fatto fare di ritrovarmi ancora in questa situazione? Con davanti quasi 6 km di nuoto a 65 anni! Ha ragione mio fratello a dire che sono un pirla!

Però questo ragionamento, non banale e certamente non privo di una sua logica, si affievolisce mentre si susseguono le bracciate, l’entusiasmo dello sportivo riprende il sopravvento e punto come sempre ad arrivare a metà del percorso previsto e in genere da quel momento spingo anche di più.



Certo, ci sono momenti difficili, quando uno si spaventa picchiando in un legno galleggiante o quando continua chissà perché a nuotare scarrocciando verso destra o verso sinistra, però piano piano vedi avvicinarsi il tuo obiettivo che all’inizio sembrava all’orizzonte.

Io trovo straordinariamente bella la ISOLANDO perché malgrado sia abbastanza lunga con i suoi 6 km ti consente di concentrarti sui traguardi intermedi: l’isolino San Giovanni, l’isola Madre, l’isola pescatori e infine il porticciolo di Baveno e così puoi misurare visivamente il progresso che fai nuotando.

Mi ricordo anni fa una nuotata disperante da Suna sino a FondoToce nella quale il campanile di Fondotoce si vedeva dalla prima bracciata e per due ore e mezza non sembrava avvicinarsi fino all’ultimo centinaio di metri.



Intanto la nuotata scorre fluida e grazie al tempo poco invitante il lago è sgombro di motoscafi che fanno sempre paura malgrado la vigilanza dei nostri amici della Polizia.





Ci ricompattiamo agli arrivi alle isole e cerchiamo di non sgranarci troppo nei lunghi tratti intermedi e finalmente arriviamo al porticciolo di Baveno, taluni intirizziti dal freddo ma tutti contenti di esserci.

Anche le signore hanno sofferto molto, Erica ha nuotato tutto il tempo a rana imperterrita e sono orgogliosissimo della loro partecipazione.



Da Baveno il ritorno in barca è rattristato dalla pioggia insistente il cui ricordo si spegne però una volta arrivati a villa Rusconi-Clerici davanti a piatti di couscous, verdure e formaggi, divorati in un breve attimo di aggressiva partecipazione!

Vino rosso ossolano, vino bianco novarese e grappa locale contribuiscono a riscaldare il fisico e l’animo dei nuotatori e degli accompagnatori.




Dalle finestre della villa si scorge lontano la sponda di Baveno e tutti i nuotatori mentre aggrediscono il salame certamente pensano: Ma chi me l’ha fatto fare? Però che orgoglio!



E infatti vedrete che l’anno prossimo ci saranno tutti di nuovo perché la ISOLANDO è un’avventura bellissima e piena di fascino in cui incontriamo sempre qualche nuovo amico.


mercoledì 13 luglio 2011

Resoconto della NUOTATINA 2011

Dopo la prima edizione del 2010, emozionante, intensa ma interrotta prima della conclusione, una rivisitazione più tranquilla nel 2011, con l’occhio più al risotto con le rane che alla fatica sportiva!

A posteriori, avendo comunque nuotata per più di tre ore, anche se ad un ritmo molto più rilassato ( perché io tuffandomi alla partenza avevo immediatamente perso il boccaglio e mi sono trovato in difficoltà per gran parte della nuotata) mi chiedo come io avessi potuto programmare nel 2010 un percorso ben più che doppio, a parte le difficoltà puntuali che presentava.

Partiamo in 6, una bella signora ravviva il nostro gruppo, Erica Bresadola,già protagonista di diverse vogate, una new entry assoluta, Franco e un ciclista della CLASSICA, Matteo Caccia Dominioni, oltre alle tre vecchie glorie, il toscanissimo Paolo da Cannobio, il granitico Big Luciano e il comunque inossidabile vecchio sottoscritto, che ha compiuto da pochi giorni i 65 anni.











Tempo bello, il canale con un po’ di schiuma ma senza cattivi odori.
La solita meraviglia per la bellezza delle piante,dei ponti in mattoni, delle stupende libellule blu scuro lucido che ci sorvolano velocemente mentre procediamo lungo il canale.
L’acqua è decisamente più veloce dell’anno scorso e quindi ci rilassiamo a papera appoggiando il mento sul palloncino chiacchierando del più e del meno.






Io ho il mio daffare a fare foto, girare spezzoni di film, controllare la mappa plastificata e così continuo a farmi lasciare indietro dagli altri che recupero sempre a stento.








La paura di Erica, che nuota solo a rana, di essere lasciata indietro sola è presto vinta; forse si è convinta che uomini come noi non lasciano indietro una donna:” ogni lasciata è persa” dice un vecchio proverbio dei nuotatori!
È così continuiamo per più di un’ora e mezzo nel folto del Parco del Ticino piemontese.

Ad un certo punto passiamo sotto al ponte dell’autostrada, sotto a quello dell’alta velocità Mi-To e sul ponte della statale Novara-Magenta vediamo già da lontano Violante che ci sta aspettando per il cambio con Erica.
L’appuntamento in realtà non era lì ma una botta di culo non si nega a nessuno e così usciamo rapidamente dall’acqua per raggiungerla e ci troviamo ad attraversare la statale sotto gli occhi allucinati degli automobilisti: in muta, con maschere, pinne, boccaglio e palloncino, circondati da sciami di moscerini aggressivi.










Violante finge tranquillità ma in realtà è terrorizzata, ma bastano pochi minuti di nuotata per trasformare il terrore in un entusiasmo che non è passato ancora oggi dopo tre giorni!
Ci sono voluti anni per convincerla a venire a nuotare con me, adesso non vorrà più smettere.










Intanto il bosco fitto si dirada, i bordi del canale assolati si coprono di fiori bellissimi di ogni colore e sembra di essere contornati da aiuole.
Un ponte canale scolma dall’alto un getto d’acqua limpida e Violante passa ridendo sotto questa incredibile doccia.
Si continua tranquillamente, cercando di capire esattamente dove siamo, fino a quando una curva secca a gomito ci conferma che siamo quasi arrivati al traguardo.

Prima però un imprevisto: l’acqua è decisamente più alta dell’anno scorso e un pontecanale ci sbarra la strada, con un franco dal pelo dell’acqua di pochi centimetri; in un attimo bisogna decidere: ci si ferma a stento ma in tempo lungo la sponda, si sgonfiano i palloncini e si passa immergendosi sotto la superficie, ma Violante riemerge in anticipo e si becca una bella testata nel cemento della trave.

Ecco che arriviamo a Cassolnovo: il nostro Marius, il miglior ballerino di tango della Lomellina, ci sta aspettando, anche lui nel punto sbagliato, evidentemente perché la mia organizzazione, che io mi vanto sempre di poter definire “capillare”, fà acqua ma tant’è: siamo nuotatori!











Comunque pieno successo, arrivo in orario con un ritardo assolutamente accettabile, le rane sono cotte a puntino e la storia qui finisce come al solito con le gambe sotto al tavolo.
Cristina, la moglie di Matteo, è venuta pranzare con noi insieme ad altri quattro amici simpatici che hanno approfittato dell’attesa per fare il bagno in località Prati in una lanca bellissima del Ticino.











Così finisce la parte sportiva della giornata, già cominciamo a parlare della magnifica ISOLANDO, la traversata a nuoto da Pallanza a Baveno che ci aspetta la domenica successiva, e ricordiamo però anche le emozioni della NUOTATINA dell’anno scorso, che è rimasta scolpita indelebilmente nella nostra memoria, e l’orgoglio della NUOTATONA dal lago maggiore a Milano!
Evidentemente stiamo cominciando a invecchiare e ci stiamo trasformando piano piano in un gruppo di pensionati che vive dei ricordi, e noi siamo convinti che potremmo raccontare ai nostri nipoti delle cose eccezionali.