venerdì 7 ottobre 2011

RESOCONTO NUOTATONA 2011

Resoconto della NUOTATONA 2011.




È stata una magnifica terza edizione della NUOTATONA!

Contro tutte le previsioni, specialmente quelle meteo che ancora alla mattina davano temporali per tutta la giornata dalle otto di mattina fino alla sera ininterrottamente.




Noi ci continuavamo a dire che per quanto ci riguarda poteva piovere quanto volete perché tanto eravamo già vagliati e i fulmini del canale nostrano certamente la stessa paura che si può avere in uno specchio d’acqua in cui la nostra testa è il punto più emergente.



Mi ricordo perfettamente che nella ISOLANDO 2009, interrotta proprio per il rischio dei fulmini che continuavano accademici da tutte le parti intorno, pioveva talmente forte che non si riusciva neppure a vedere la direzione da tenere e non riusciamo vederci l’un l’altro a pochi metri di distanza!



Comunque è certo che è molto più bello nuotare in una giornata di sole stupendo, però la vita è dura e ci tocca andare con qualunque tempo per non vanificare tutti gli sforzi organizzativi messi in piedi e poi se si aspetta ancora qualche settimana viene la stagione fredda e di nuotare se ne parla solo per i cimenti invernali o per qualche altra avventura nell’acqua gelida.



In realtà domenica il tempo ci ha graziato: solo qualche goccia alla partenza e poi addirittura un pallido solicello nel primo tratto fino a Castelletto di Cuggiono.



È già un miracolo ritrovarsi in 6 quasi puntuali al solito ponte della Padregnana, difficilissimo da trovare per chi non c’è già stato qualche volta e questo è già un altro buon segno.




Il nocciolo duro dei 4 protagonisti della NUOTATONA 2010 da Sesto Calende a Milano! che si distingue immediatamente per tratti somatici molto forti: sguardo gelido, spalle larghissime, incedere sicuro, ventre piatto caratterizzato da una tipica tartaruga di muscoli ( con l’eccezione mia che presento la tartaruga verso l’interno, come ironizzano le mie figlie!), ovvero Paolo, Pierpaolo, Big Luciano e il sottoscritto, si abbracciano con un gesto vigoroso e maschio che denota immediatamente la sicurezza che caratterizza le loro gesta.



Affettuosi sorrisi, sintomatici di un affetto forte e sicuro,poi la solita mezz’oretta nella quale io mi infilo sempre le gambe nelle braccia della muta oltre ad altre simili fesserie che denotano indubbiamente una certa quantità di nervosismo.



Edoardo viene condotto per mano dal papà, grande esploratore dei deserti africani che ci seguirà in bicicletta fotografando ogni momento di debolezza che riuscirà a individuare, Franco ha già dimostrato le sue capacità nella NUOTATINA 2011e non si smentirà per simpatia e tenuta sportiva nella nuotata che ci aspetta.




Partiamo!




Prima ancora di partire Pierpaolo scopre che la cinepresa stagna che gli ho affidato è scarica! E dopo 10 minuti circa io scopro che ho anche chiuso male la custodia della macchina fotografica che infatti fra poco risulterà già allagata! Secondo me è pura sfortuna ma se qualcuno volesse obiettare che forse sono anche un po’ un pirla non credo che potrei difendermi a lungo.



Nel primo tratto l’acqua corre ma noi atleti ancora di più: come sempre Paolo da Cannobio, nei documenti ufficiali Paolo Cottini, appena calato in acqua comincia a battere un crawl forsennato mettendo in difficoltà il bravo Franco che non se l’aspettava.




Magnanimamente ogni tanto poi aspettiamo Franco appoggiandoci sul palloncino con il mento ma non appena vediamo all’orizzonte una bella ragazza da bravi sportivi competitivi abbandoniamo immediatamente l’atteggiamento rilassato per riprendere un furioso ritmo di bracciate.

A Bernate io stesso ho un battibecco con un pescatore il quale si lamenta che lo ho infastidito per circa 60 secondi! e io gli do, giustamente a mio avviso, del pirla.



Il canale è pieno di trote ma di noi nuotatori sono pochi quelli che le vedono, gli altri non ne vedono neanche una: è strano perché se invece sulla sponda passa una ciclista con un bel paio di tette la vedono tutti! Ma non sono uno scienziato e lascio ad altri la risposta: forse è solamente perché le trote non hanno le tette!



Nella prima ora di nuotata ci accompagna anche un pallido solicello ed è un regalo per noi che pensavamo di nuotare per tutta la giornata sotto una pioggia battente.



Passando vicino al canale di accesso alle vecchie cave di sabbia di Cuggiono rivediamo le sagome delle grandi barche da trasporto tirate in secca e per chi non le ha mai viste è una emozione fortissima.



A Castelletto di Cuggiono passiamo sotto il ponte, il più basso di tutto il naviglio, nel quale tenevamo di impigliarci nell’ultima discesa a remi con il tendalino della barca di pescatori che abbiamo portato a Milano alla darsena di Porta ticinese, prima e unica barca di pescatori del lago a ad arrivare finomila, poi andiamo avanti accompagnati dalla tangibile sorpresa della gente che passeggia lungo le alzaie e ci vede passare a nuoto.



Accostate lungo le sponde vediamo alcune barche del Ticino perché settimana scorsa hanno avrei regatato tutte insieme a Bernate ed è bellissimo per noi vedere queste barche filanti dalla linea elegantissima.



Passiamo sotto il ponte dell’autostrada di Torino, quello vecchio ad arco che tutti conosciamo, e sotto il nuovo ponte dell’Alta Velocità e poi in un attimo ecco Boffalora!



La velocità dell’acqua è veramente forte e l’uscita dal canale, almeno per me che peso 90 kg, è sempre un momento emozionante perché devo fingere di avere una forza elastica e un controllo dei movimenti che in realtà ho probabilmente perduto per sempre.



Per fortuna ci aspettano per darci una mano i fratelli Ceriani, proprietari del barchett de boffalora che ci ha accompagnato per tante discese a remi o a nuoto. Però questa volta è un po’ diverso perché non ci fermiamo a salutare in piazza o a farci ammirare dalle belle signore ma così come siamo, in muta e bagnati, andiamo a visitare nelle scuole pubbliche la mostra sulla SAFFA, una gloriosa grande azienda di Magenta, di cui mio bisnonno è stato Amministratore Delegato.



Ci aggiriamo nelle sale della mostra lasciando per terra le tracce umide della nostra presenza come fossimo grandi lumache del bosco suscitando stupore ma anche simpatia negli altri visitatori.



Troppo presto bisogna però ripartire.



Big Luciano si trattiene a stento dal tuffarsi dal ponte, sicuramente per non umiliare l’ingresso in acqua da pensionato che pochi secondi dopo di lui farò io stesso.



E poi subito dopo il ponte una secca curva a sinistra e iniziamo ad affrontare la parte veloce del canale.



Si fila che è una meraviglia, ogni tanto mentre nuoto è stanco dalla muta la mia carta topografica plastificata per controllare il percorso e dopo pochissimo che siamo partiti, o almeno ci sembra di essere appena partiti, già all’orizzonte si vede la sagoma inquietante della villa Archinto incompiuta di Robecco.



Papà Bossi ci segue in bici dall’alzaia e ci continua a fotografare e la cosa mi preoccupa non poco perché non sono sicuro che sarò in grado di esercitare una giusta censura sulle foto nelle quali io apparissi con doppio mento, con un rilassamento del giro vita o addirittura con le palpebre cadenti, ma ci credereste se io vi dicessi che nei miei sogni mi vedo ancora magro, scattante e con i muscoli che danzano a fior di pelle? Voi non ci crederete ma è proprio così!



Ma non possiamo più distrarci: siamo a Robecco e qui l’acqua corre velocissima, penso che viaggiamo a più di 10 km/ora.



La sponda ci corre di fianco, qualcuno ci aspetta e per fortuna Michel, il figlio della nostro ospite Vevè, ha annodato alcune cime in modo esperto per crearci dei gradini e facilitarci l’uscita dall’acqua.



Come sempre fingo di uscire facilmente e con disinvoltura, in realtà l’anno prossimo sono sicuro che mi prenderà un crampo e ricadrò in acqua, anche perché con le pinne lunghe, con le quali io sono l’unico a nuotare, è difficile salire i gradini!



Così siamo arrivati per l’ennesima volta dalla nostra deliziosa amica Vevè!.



Un giorno farò il conto di quante volte ci ha ospitato in cinque anni arrivando in barca con 50 amici, arrivando in bicicletta sempre con 50 amici o a nuoto come oggi.



Ma lei si diverte sempre a queste mie improbabili avventure e così, di nuovo, come grandi lumaconi umidi, entriamo in muta nella magnifica villa a rifocillarci.



Qualcuno di noi non è mai stato da Vevè e resta giustamente affascinato dalla sua simpatia e dall’atmosfera magica della sua grande casa.






Anche Violante riesce a raggiungerci, sorpresa lei stessa di avere ritrovato la strada anche se ormai credo che la abbia percorso almeno 10 volte, ma è una magnifica sorpresa per lei ogni volta, e così raccoglie dal papà Bossi le nostre borse che ci serviranno per rivestirci all’arrivo.



Poi, dopo gli affettuosi saluti e il rifocillamento, un po’ esitanti per la verità, ci ritroviamo, anche perché è l’1.30 ormai e io ho confermato ad Antonietta alla Trattoria del Mago la nostra partenza dicendole: fra 30 minuti butta la pasta!.



L’acqua corre velocissima, in un paio di punti si formano addirittura onde che si frangono, al primo momento fa addirittura effetto ma in realtà è solo un grandissimo divertimento.




L’acqua in alcuni punti sembra così bassa che io cerco di toccare il fondo allungando al massimo la bracciata, ma in realtà non riesco mai a toccare e in cambio quando mi distraggo e non mantengo la posizione distesa picchio alcune forti ginocchiate nei sassi del fondo.



Sembra di essere in un parco di divertimenti, a Gardaland, le sponde corrono velocissime, ogni tanto noi nuotiamo furiosamente perché è talmente divertente andare alla stessa velocità delle biciclette, in realtà solo quelle delle vecchiette perché quando c’è un atleta che pedala a quello comunque ci distanzia velocemente.




Ci sembra di essere appena partiti quando cominciamo a vedere in fondo i ponti prima di Abbiategrasso.



Le trote che vedevamo più sopra durante il corso del canale hanno lasciato il posto ai cavedani, anche loro senza tette, è infatti non tutti di noi li vedono, e l’uscita dal canale sotto il ponte della statale è un po’ complessa perché l’acqua è molto più bassa di come ce la ricordavamo nelle altre nuotate, ma io non me ne accorgo quasi perché Big Luciano mi tira fuori dall’acqua come fossi un sacco di patate.



L’ostessa Antonietta ci aspetta e disinvoltamente ci cambiamo nel giardino della trattoria sperando che nessuno ci veda in costume e mutande; l’anno scorso in quello stesso giardino avevamo mangiato e bevuto abbondantemente e poi c’eravamo lì tuffati per nuotare per altri 20 km fino a Milano, senza alcuna corrente: ma come avevamo fatto?



Questa volta invece, con la scusa della pioggia probabile, che arriverà veramente masolo qualche ora dopo quando saremo in macchina per tornare a Milano, ci fermiamo definitivamente ad Abbiategrasso alla trattoria a mangiare e bere riccamente, come ci siamo sicuramente meritati.



Siamo felici, il neofita Bossi e il quasi neofita Franco sono entusiasti, Bdiig Luciano, Paolo, io stesso e Pierpaolo ci diciamo convintissimi:



la NUOTATONA si farà sempre



e così potete giurarci che l’anno prossimo saremo di nuovo a tuffarci dal ponte della Padregnana……………….. ma voi ci sarete a nuotare con noi l’anno prossimo?

giovedì 28 luglio 2011

Resoconto della ISOLANDO 2011

All’alba sono già sveglio come un grillo.


Tutta la settimana si sono succeduti temporali e piogge e anche le previsioni di Locarno Monti, localmente accreditate come le più attendibili, non davano grandi speranze nemmeno per questo domenica. È invece tutto è grigio grigio ma le nuvole sono alte e il lago è piatto come una tavola senza un alito di vento.





E allora vai!



Dopo poco arrivano le telefonate dei vari amici che mi chiedo la conferma della partenza prevista per le 9.30 e vengono rincuorati con una speranza, non di sole, ma almeno non di temporali.

E tutto infatti durante la giornata scorrerà perfettamente liscio: ad uno ad uno arriveranno i nuotatori, e alla fine saremo ben 13, in gran parte vecchie glorie di altre nuotate con qualcuno nuovo a queste avventure.




Poi arrivano le barche, per primo il bel burchiello di Ferruccio Bianco, accompagnato dall’inseparabile cagnolino, la lancetta condotta da Giorgio Zurlo, il motoscafo di Laura Recalcati, il mio canotto guidato da Erica Bellucci e infine la pilotina degli amici della Squadra Nautica della Questura capitanati dall’inossidabile Inconis, assistito da Martinelli e da un nuovo collega.

Intorno alle 9.30 ci siamo tutti e presenziano anche tre giornalisti della stampa locale incuriositi certamente dalla presenza fra i nuotatori di quattro belle signore coraggiose e vigorose, Erica, Silvia, Paola e mia moglie Violante.





L’acqua è molto più fredda della media prevedibile per luglio, ma la stagione è stata balorda e il lago in più è anche verde di alghe monocellulari da quasi un mese.

La partenza così si svolge un po’ di malavoglia al rallentatore e si capisce che non è così facile buttarsi nell’acqua fredda ma nessuno si tira indietro e alla fine tutti partono.





Gli uomini puntano a girare intorno all’isolino S. Giovanni mentre le signore prendono la rotta diretta verso l’isola Madre.

E da quel momento per ognuno comincia la sua avventura: è difficile da percepire per chi non ha vissuto una nuotata come queste, ma ognuno di noi di fatto è quasi solo e non vede il compagno se non quando si vede obbligato a alzare la testa sopra l’acqua per controllare la direzione.

I ciclisti, i corridori, i maratoneti, quasi tutti gli atleti si vedono e si controllano di continuo e invece i nuotatori sono quasi soli.



È vero però che le nostre non sono competizioni ma pure passeggiate, e in queste traversate abbastanza lunghe che durano almeno un paio di ore mi passano per la mente tanti pensieri.





Il primo è sempre lo stesso: ma chi me lo ha fatto fare di ritrovarmi ancora in questa situazione? Con davanti quasi 6 km di nuoto a 65 anni! Ha ragione mio fratello a dire che sono un pirla!

Però questo ragionamento, non banale e certamente non privo di una sua logica, si affievolisce mentre si susseguono le bracciate, l’entusiasmo dello sportivo riprende il sopravvento e punto come sempre ad arrivare a metà del percorso previsto e in genere da quel momento spingo anche di più.



Certo, ci sono momenti difficili, quando uno si spaventa picchiando in un legno galleggiante o quando continua chissà perché a nuotare scarrocciando verso destra o verso sinistra, però piano piano vedi avvicinarsi il tuo obiettivo che all’inizio sembrava all’orizzonte.

Io trovo straordinariamente bella la ISOLANDO perché malgrado sia abbastanza lunga con i suoi 6 km ti consente di concentrarti sui traguardi intermedi: l’isolino San Giovanni, l’isola Madre, l’isola pescatori e infine il porticciolo di Baveno e così puoi misurare visivamente il progresso che fai nuotando.

Mi ricordo anni fa una nuotata disperante da Suna sino a FondoToce nella quale il campanile di Fondotoce si vedeva dalla prima bracciata e per due ore e mezza non sembrava avvicinarsi fino all’ultimo centinaio di metri.



Intanto la nuotata scorre fluida e grazie al tempo poco invitante il lago è sgombro di motoscafi che fanno sempre paura malgrado la vigilanza dei nostri amici della Polizia.





Ci ricompattiamo agli arrivi alle isole e cerchiamo di non sgranarci troppo nei lunghi tratti intermedi e finalmente arriviamo al porticciolo di Baveno, taluni intirizziti dal freddo ma tutti contenti di esserci.

Anche le signore hanno sofferto molto, Erica ha nuotato tutto il tempo a rana imperterrita e sono orgogliosissimo della loro partecipazione.



Da Baveno il ritorno in barca è rattristato dalla pioggia insistente il cui ricordo si spegne però una volta arrivati a villa Rusconi-Clerici davanti a piatti di couscous, verdure e formaggi, divorati in un breve attimo di aggressiva partecipazione!

Vino rosso ossolano, vino bianco novarese e grappa locale contribuiscono a riscaldare il fisico e l’animo dei nuotatori e degli accompagnatori.




Dalle finestre della villa si scorge lontano la sponda di Baveno e tutti i nuotatori mentre aggrediscono il salame certamente pensano: Ma chi me l’ha fatto fare? Però che orgoglio!



E infatti vedrete che l’anno prossimo ci saranno tutti di nuovo perché la ISOLANDO è un’avventura bellissima e piena di fascino in cui incontriamo sempre qualche nuovo amico.


mercoledì 13 luglio 2011

Resoconto della NUOTATINA 2011

Dopo la prima edizione del 2010, emozionante, intensa ma interrotta prima della conclusione, una rivisitazione più tranquilla nel 2011, con l’occhio più al risotto con le rane che alla fatica sportiva!

A posteriori, avendo comunque nuotata per più di tre ore, anche se ad un ritmo molto più rilassato ( perché io tuffandomi alla partenza avevo immediatamente perso il boccaglio e mi sono trovato in difficoltà per gran parte della nuotata) mi chiedo come io avessi potuto programmare nel 2010 un percorso ben più che doppio, a parte le difficoltà puntuali che presentava.

Partiamo in 6, una bella signora ravviva il nostro gruppo, Erica Bresadola,già protagonista di diverse vogate, una new entry assoluta, Franco e un ciclista della CLASSICA, Matteo Caccia Dominioni, oltre alle tre vecchie glorie, il toscanissimo Paolo da Cannobio, il granitico Big Luciano e il comunque inossidabile vecchio sottoscritto, che ha compiuto da pochi giorni i 65 anni.











Tempo bello, il canale con un po’ di schiuma ma senza cattivi odori.
La solita meraviglia per la bellezza delle piante,dei ponti in mattoni, delle stupende libellule blu scuro lucido che ci sorvolano velocemente mentre procediamo lungo il canale.
L’acqua è decisamente più veloce dell’anno scorso e quindi ci rilassiamo a papera appoggiando il mento sul palloncino chiacchierando del più e del meno.






Io ho il mio daffare a fare foto, girare spezzoni di film, controllare la mappa plastificata e così continuo a farmi lasciare indietro dagli altri che recupero sempre a stento.








La paura di Erica, che nuota solo a rana, di essere lasciata indietro sola è presto vinta; forse si è convinta che uomini come noi non lasciano indietro una donna:” ogni lasciata è persa” dice un vecchio proverbio dei nuotatori!
È così continuiamo per più di un’ora e mezzo nel folto del Parco del Ticino piemontese.

Ad un certo punto passiamo sotto al ponte dell’autostrada, sotto a quello dell’alta velocità Mi-To e sul ponte della statale Novara-Magenta vediamo già da lontano Violante che ci sta aspettando per il cambio con Erica.
L’appuntamento in realtà non era lì ma una botta di culo non si nega a nessuno e così usciamo rapidamente dall’acqua per raggiungerla e ci troviamo ad attraversare la statale sotto gli occhi allucinati degli automobilisti: in muta, con maschere, pinne, boccaglio e palloncino, circondati da sciami di moscerini aggressivi.










Violante finge tranquillità ma in realtà è terrorizzata, ma bastano pochi minuti di nuotata per trasformare il terrore in un entusiasmo che non è passato ancora oggi dopo tre giorni!
Ci sono voluti anni per convincerla a venire a nuotare con me, adesso non vorrà più smettere.










Intanto il bosco fitto si dirada, i bordi del canale assolati si coprono di fiori bellissimi di ogni colore e sembra di essere contornati da aiuole.
Un ponte canale scolma dall’alto un getto d’acqua limpida e Violante passa ridendo sotto questa incredibile doccia.
Si continua tranquillamente, cercando di capire esattamente dove siamo, fino a quando una curva secca a gomito ci conferma che siamo quasi arrivati al traguardo.

Prima però un imprevisto: l’acqua è decisamente più alta dell’anno scorso e un pontecanale ci sbarra la strada, con un franco dal pelo dell’acqua di pochi centimetri; in un attimo bisogna decidere: ci si ferma a stento ma in tempo lungo la sponda, si sgonfiano i palloncini e si passa immergendosi sotto la superficie, ma Violante riemerge in anticipo e si becca una bella testata nel cemento della trave.

Ecco che arriviamo a Cassolnovo: il nostro Marius, il miglior ballerino di tango della Lomellina, ci sta aspettando, anche lui nel punto sbagliato, evidentemente perché la mia organizzazione, che io mi vanto sempre di poter definire “capillare”, fà acqua ma tant’è: siamo nuotatori!











Comunque pieno successo, arrivo in orario con un ritardo assolutamente accettabile, le rane sono cotte a puntino e la storia qui finisce come al solito con le gambe sotto al tavolo.
Cristina, la moglie di Matteo, è venuta pranzare con noi insieme ad altri quattro amici simpatici che hanno approfittato dell’attesa per fare il bagno in località Prati in una lanca bellissima del Ticino.











Così finisce la parte sportiva della giornata, già cominciamo a parlare della magnifica ISOLANDO, la traversata a nuoto da Pallanza a Baveno che ci aspetta la domenica successiva, e ricordiamo però anche le emozioni della NUOTATINA dell’anno scorso, che è rimasta scolpita indelebilmente nella nostra memoria, e l’orgoglio della NUOTATONA dal lago maggiore a Milano!
Evidentemente stiamo cominciando a invecchiare e ci stiamo trasformando piano piano in un gruppo di pensionati che vive dei ricordi, e noi siamo convinti che potremmo raccontare ai nostri nipoti delle cose eccezionali.

martedì 8 marzo 2011